Dal sito
www.anavicenza.it
Un sogno vagheggiato da anni e da tutti!
Non se ne parlava troppo spesso perché c'era forse la paura di rompere l'incanto creatosi nell'illusione che la cosa fosse vera.
Partecipando alle varie Adunate nazionali, nelle diverse città, confrontavamo non l'apparato organizzativo, perché non c'era alcun dubbio sulla capacità dei nostri Alpini di essere preparati a svolgerlo, ma la larghezza delle strade, l'andamento del tracciato della sfilata.
E grande era la perplessità nel constatare che in tutte le altre città vi erano viali e strade centrali molto più adatte ad ospitare una cosi imponente manifestazione, di quanto non potesse offrirne per contro la nostra città.
Dopo l'Adunata di Torino, si cominciò a parlare apertamente di una Adunata nazionale a Vicenza e subito si pensò al tracciato per la sfilata: anzi ai vari ipotetici tracciati.
La pronta adesione fornita dalle Zone, la sicurezza nell'aiuto e collaborazione di tutti i Gruppi e la preventiva disponibilità dell'Amministrazione Comunale, persuasero il Consiglio Direttivo della Sezione a proporre, a Milano, la candidatura della Sezione di Vicenza quale sede di una Adunata nazionale.
Il presidente Dalla Vecchia formulò la richiesta trovando inizialmente solo tiepidi sostegni in seno al Consiglio Nazionale. Col passare del tempo però l'idea di un'Adunata a Vicenza si fece strada anche a Milano tanto che, nel caso in cui Pescara non fosse stata in grado di accogliere l'Adunata del 1989, Vicenza sarebbe stata la prima candidata.
Pescara invece organizzò una magnifica Adunata e quella successiva già programmata per Verona ormai "ripetente", rinviava le speranze per Vicenza. L'Adunata in due città cosi vicine non si era mai svolta un anno dopo l'altro.
La caparbietà dei Dirigenti della Sezione fu tale che proposero lo steso Vicenza dopo l'Adunata di Verona e, malgrado il parere contrario di qualche consigliere nazionale, la nostra città fu scelta definitivamente per l'adunata del 1991.
Ancora prima dell'Adunata di Verona, il nostro Consiglio Direttivo aveva gia messo allo studio tutto il piano organizzativo. Alla fine dell'anno tutti i problemi erano stati affrontati e risolti: bastava passare alla fase esecutiva.
La macchina della organizzazione non si è più fermata.
All'organizzazione hanno aderito con entusiasmo Enti pubblici banche, associazioni di categoria e perché no, privati cittadini consci tutti che questa terra "casa di Alpini" doveva riservare calda ed ospitale accoglienza alle centinaia di migliaia di Alpini provenienti non solo dall'Italia ma da tutto il mondo.
La collaborazione di tutti portò alla soluzione dei complessi problemi che inevitabilmente si creavano con l'affluenza di un numero così massiccio di partecipanti.
La ricettività alberghiera, il traffico, parcheggi, nonché tutti gli altri, piccoli e grandi, problemi di inserimento immediato in una struttura che è pur sempre di città di modeste dimensioni, quali bar, servizi igienici, segnaletica, ecc., furono risolti in maniera ampiamente soddisfacente.
L'Adunata ebbe inizio praticamente il lunedì 6 maggio 1991. Prima con l'inaugurazione della Mostra Alpina in Basilica Palladiana e poi della Mostra di Pittura dell'alpino Pietro Gauli - reduce di Russia - nella galleria civica della chiesa di San Giacomo.
La Mostra Alpina in Basilica, che ancor oggi cittadini, scolaresche ed amatori ricordano, ha avuto risonanza veramente eccezionale. A parte la localizzazione, che di per sé esprime tutto, I'esposizione della storia delle Truppe Alpine, sia con materiale fotografico sia con divise dell'epoca su manichini, è stata allestita seguendo la cronologia degli avvenimenti che hanno interessato le nostre truppe da montagna. Dall'Africa con le gesta della prima medaglia d'oro alpina concessa al capitano Umberto Masotto di Noventa Vicentina, alla Russia ove gli alpini si resero leggendari per il loro spirito di sacrificio, la rassegna ha esposto quasi dettagliatamente i fatti che hanno contrassegnato la lunga storia degli Alpini. Accanto ad una postazione, ricostruita così come la si poteva trovare sul Pasubio o sull'Altipiano dei Sette Comuni, era esposta, nella sua più completa organizzazione, una stazione meteorologica del IV Corpo d'Armata Alpino.
Meraviglioso l'aiuto fornitoci da questa grande Unità di truppe da montagna ed in particolare dal suo Comandante Gen. C.A. Giuseppe Rizzo.
D'altronde non occorre sottolineare che il Corpo d'Armate Alpino rappresenta la matrice alla quale ci sentiamo sempre intimamente legati.
Al mercoledì, incontro con i rappresentanti della stampa, locale e nazionale, per la presentazione degli scopi e del programma dell'Adunata. All'incontro, come all'inaugurazione della Mostra e a tutte le cerimonie successive, ha partecipato, oltre al nostro Presidente, il Presidente Nazionale dr. Leonardo Caprioli. L'incontro con gli studenti di alcune scuole superiori, si è rivelato molto interessante ed opportuno non tanto per far conoscere gli Alpini, visto che da queste parti non solo sono conosciuti ma sono di casa (difficilmente si trova una famiglia ove non ci sia un Alpino), ma per constatare il loro affetto e sentire la loro solidarietà verso i soldati della montagna.
Venerdì 10 maggio, giornata di intensa vigilia alla Grande Adunata nazionale.
Il cielo plumbeo sembrava rasserenarsi; invece, pioggia e vento.
Arriva la bandiera di guerra del "Feltre". La Piazza dei Signori è gremita malgrado il brutto tempo. Lo sfilamento sotto la pioggia dei reparti del "Feltre" ci riporta a scene consuete della vita militare.
Anche la successiva presentazione della squadra della Protezione Civile di Vicenza avviene sotto la pioggia e, sia pur con qualche inconveniente dovuto proprio al tempo avverso lo svolgimento della manifestazione trova la partecipazione della cittadinanza e degli Alpini.
Gli Alpini, infatti, già dal lunedì, avevano cominciato ad arrivare in città e, come un fiume in piena, aumentavano nel numero, via via che si avvicinava il giorno dell'Adunata. Sabato 11 maggio, grande giornata di vigilia. Fra qualche schiarita, avviene la deposizione delle corone in Piazza dei Signori e alla Loggia del Capitaniato.
La presenza degli Alpini e della cittadinanza è massiccia. Commovente è l'incontro che ha luogo nella sala convegni della Banca Popolare Vicentina con i rappresentanti delle Sezioni A.N.A. all'estero.
Alpini che per necessità sono lontani dalla Patria sentono che il modo migliore per conservare il calore della loro terra di origine, è quello di riunirsi in una grande famiglia.
La grande famiglia Alpina, cosi organizzata in Francia, in Germania, nei paesi Nordici, nelle Americhe, in Australia e in altri paesi del mondo, riunisce gli Alpini anche per lenire la sofferenza del distacco dalla madre patria, dalle famiglie di origine e dagli amici.
Nel pomeriggio dello stesso giorno col lancio dei paracadutisti sul Piazzale della Vittoria e l'arrivo delle staffette dai Sacrari del Pasubio, del Cimone, di Asiago e del Grappa avviene la deposizione delle Corone di alloro alle lapidi di Monte Berico. I "veci" del Consiglio Nazionale e i "boce" del "Feltre" col generale Rizzo sono impeccabili nel coronare questa parte della "vigilia".
Commovente, poi, la messa in Cattedrale in memoria di tutti gli Alpini Caduti concelebrata dall'ordinario militare mons. Marra e dal Vescovo di Vicenza mons. Nonis. Commovente perché gli Alpini ed i cittadini che gremivano la Cattedrale non erano solo presenti fisicamente ma si sentivano vicini, quasi in simbiosi, a tutte le "penne mozze" che da lassù, dal Paradiso di Cantore, presenziavano al Sacro Rito.
Don Brevi, Cappellano in Russia, medaglia d'oro, che il Vescovo ha voluto al suo fianco, era il simbolo della dignità e della sofferenza. L'intensa commozione era trasmessa anche dal Coro dei "Crodaioli" che, diretto dal M° Bepi De Marzi, con le sue perfette esecuzioni, suscitava sentimenti che esaltavano la particolarità del momento.
In serata, lo Stadio Comunale ed il Palazzetto dello Sport hanno accolto Fanfare e Cori Alpini. L'indescrivibile marea di alpini ha creato l'atmosfera festosa delle grandi occasioni; ma la vera grande occasione si è avuta il giorno successivo: domenica 12 maggio 1991. Giornata indimenticabile; per gli Alpini e per i Vicentini.
Già alle prime luci dell'alba la città riempiva ulteriormente di Alpini.
Una marea "di boce e di veci", un mescolio di dialetti in un'impressionante babele che però non è mai sfuggita all'ordine ed alla compostezza.
La folla, altrettanto ordinata già molto prima dell'inizio della sfilata si accalcava lungo il percorso. Le tribune di Viale Roma si riempivano di autorità civili e militari e dei Sindaci dei Comuni della Provincia, di invitati e familiari di Caduti e decorati.
In testa allo sfilamento scortata dai Sindaco dr Variati la Bandiera del Comune di Vicenza decorata di M O. al valor militare quindi il Gonfalone della Provincia, il Labaro nazionale scortato dal Presidente dr Caprioli e quindi la bandiera del "Feltre" con le compagnie degli sciatori e rocciatori, gli Ufficiali Superiori Alpini. Seguono i vessilli delle Sezioni istriane e dalmate e quindi quelle delle Sezioni all'estero arrivate da tutti i continenti e poi la "marea verde".
Impressionante lo scenario specie lungo viale Roma: per ore e ore è un ininterrotto sfilare di Alpini. Quanti eravamo? Cento, duecento, trecentomila o forse più.
Sfilano con fanfare, con striscioni, con simboli dei sacrifici e delle tribolazioni, come gli Alpini del Belgio nel ricordo dei minatori emigrati in quel paese e morti a Marcinelle.
Striscioni identificano le Sezioni, altri ricordano il passato, gli Alpini Caduti su tutti i fronti ed esprimono anche il presente ed il futuro: «Le montagne non hanno frontiere», «passano le cinture di sicurezza d'ltalia»,
«Penne nere ali di pace», «Non rivendichiamo onori ma senso del dovere», «Pace più ecologia uguale vita».
Tanti e tanti striscioni nella speranza che le Autorità possano capire che è ora di cambiare e che per cambiare possono contare sull'appoggio degli Alpini. «Meglio mangiar gatti che ingoiare rospi» è il suggerimento che il Presidente Cossiga sembra avere particolarmente apprezzato.
La «marea verde in un mare di tricolore» è stata definita la nostra Adunata ed il tricolore è apparso anche in cielo con il passaggio sfrecciante della Pattuglia Acrobatica Nazionale al momento dell'arrivo del Presidente della Repubblica. Davanti a lui sono sfilati giovani col passo fermo e uomini maturi ed anziani che, prima delle tribune, si davano una regolata al passo ed al portamento per essere bene "allineati e coperti", come nei bei tempi del servizio militare.
La «marea verde in un mare di tricolore» è stata definita la nostra Adunata ed il tricolore è apparso anche in cielo con il passaggio sfrecciante della Pattuglia Acrobatica Nazionale al momento dell'arrivo del Presidente della Repubblica. Davanti a lui sono sfilati giovani col passo fermo e uomini maturi ed anziani che, prima delle tribune, si davano una regolata al passo ed al portamento per essere bene "allineati e coperti", come nei bei tempi del servizio militare.
In chiusura, con gli applausi del Presidente e delle Antorità, dopo ben otto ore di sfilamento, passano gli Alpini della nostra Sezione e l'entusiasmo della folla sale alle stelle sia perché travolta dall'emozione che traspare dai volti rigati dalle lacrime, sia perché sa che deve agli Alpini questo momento magico.
Nel cuore della gente rinasce la fede e la speranza nella Patria che non vuol dire nazionalismo, ma amicizia, fraternità e solidarietà come la intendono e lo dimostrano quotidianamente gli Alpini d'Italia.
Ci è stato ripetuto che abbiamo dato una "lezione di civiltà".
I messaggi di benvenuto:
Dal Presidente Nazionale
Nardo Caprioli
" Non ritengo che Vicenza avesse bisogno di una Adunata Nazionale per dimostrare che, con le altre 4 Sezioni della sua provincia, rappresenta un decimo degli iscritti alla nostra Associazione; però la meritava, ampiamente, sia per il passato glorioso dei suoi sette Battaglioni Alpini e del suo Gruppo di Artiglieria da Montagna, sia per la presenza dei suoi Alpini sempre e dovunque ci sia stato il bisogno di "dare una mano".
Per questo sono particolarmente felice che, proprio nel corso della mia Presidenza, a Vicenza sia toccato l'onere ma anche l'alto onore di ospitare le penne nere di tutta Italia.
Più ci si avvicina alla data prefissata e più prende consistenza la certezza di una organizzazione curata ed efficiente e scompare l'ombra di qualche timore iniziale, che genera una considerazione che anch'io spesso faccio a me stesso: "Gli Alpini meritano tanto e temo di non riuscire a dare loro quanto giustamente dovuto".
Carissimo Dalla Vecchia e carissimi amici di Vicenza: Vi conosco da anni e sono perciò più che tranquillo.
Inoltre posso assicurarvi che tutti gli Alpini sono pronti a ricambiare, con tanto tantissimo affetto, tutto l'entusiasmo e tutto il calore che da mesi ci state preparando. Per questo e con largo anticipo, a nome di tutti, ricambio a Voi il fratello abbraccio con il quale ci accoglierete.
E se a qualcuno dovesse "scappare di dire" Viva gli Alpini e Viva l'Italia non ci pensi due volte: lo gridi con tutto il suo entusiasmo aggiungendoci anche un "Viva Vicenza Alpina!!".
Dal Presidente della Provincia
Delio Giacometti
" La Provincia di Vicenza è onorata di ricevere le Penne Nere di tutta Italia.
Questa terra cosí "alpina", per le montagne che caratterizzano gran parte della sua geografia, per i tanti figli donati alla Patria da questo glorioso corpo militare, per i valori morali, comunitari, ideali e sociali così simili a quelli da sempre esaltati e riaffermati dagli Alpini sotto le armi e nella vita civile, sente con particolare fervore questo avvenimento così importante, che entrerà nella storia della nostra gente.
Siamo fieri ed orgogliosi degli Alpini, li guardiamo con affetto, perché essi rappresentano tutto ciò che si identifica nel concetto di Patria, come solidarietà di popolo nella salvaguardia dei valori più edificanti dell'uomo e della società.
Siamo vicini con tanto affetto ai "veci" e ai "bocia" che sfilano per le strade della nostra Città per riconfermare la grande attualità di questi ideali che essi interpretano e che resistono al tempo, alle vicende e agli stessi mutamenti, spesso frenetici e dirompenti che la società stessa, con le sue certezze ma anche con le sue difficoltà, impone.
L'Amministrazione provinciale di Vicenza, come ente che rappresenta tutta la comunità provinciale, si inchina commossa nel ricordo e nell'omaggio dinanzi a tutti gli Alpini che già popolano la casa del Padre, e saluta con entusiasmo gli Alpini di oggi e di ieri, tutti accomunati da una simbolica divisa di fratellanza e di amore.
Agli Alpini venuti a Vicenza per questa Adunata nazionale, diciamo grazie, riconoscenti, per aver voluto scegliere la nostra terra come sede dei loro importante incontro annuale, e per questa testimonianza di fedeltà all'esercizio dei diritti e dei doveri sui quali si fonda un paese civile, nel rispetto degli ordinamenti, dei principi etici, nel nome della pace, contro tutte le prevaricazioni.
Benvenuti, Alpini d'Italia! "
Dal Presidente della Sezione di Vicenza
Giovanni Dalla Vecchia
" Alpini, il sogno cullato per tanti anni è divenuto realtà.
Nei giorni 11 e 12 maggio 1991 ospiteremo a Vicenza la 64ª Adunata Nazionale.
Un onore che ci riempie d'orgoglio e che rende omaggio alle migliaia di figli di questa terra che nel corso di tanti anni hanno espresso le loro autentiche virtù civili e militari tenendo fede alla tradizione che vuole l'alpino esempio e simbolo di serietà, laboriosità, senso del dovere e generosità.
Siamo consapevoli delle responsabilità che ci siamo assunti nel raffigurare la terra vicentina ricca d'arte, d'industria e commerci, ma soprattutto di tradizioni alpine.
Sostenuti dalla più aperta adesione delle Autorità civili, militari e religiose e dalla disponibilità e dall'appoggio di Enti, Associazioni ed Imprese pubbliche e private, sapremo offrire agli ospiti il meglio di noi stessi.
Dai Sacrari ove riposano i Caduti della Grande Guerra sorti sulle montagne che videro le gesta gloriose dei nostri padri, con la brezza ristoratrice scende riconoscente una voce sommessa che si unisce al "benvenuto" di noi figli e nipoti, fedeli portatori dello spirito degli Eroi del Pasubio, del Cimone, dell'Ortigara e del Monte Grappa.
La nostra Provincia con le sue cinque Sezioni di Asiago, Bassano, Marostica, Valdagno e Vicenza , forti complessivamente di 34.000 iscritti, costituisce un'importante componente dell'Associazione Nazionale.
Ne andiamo fieri non solo per ciò che rappresentiamo ma perché la popolazione riconosce nei suoi alpini la parte più generosa ed affidabile del suo fecondo e molteplice tessuto sociale.
In tutte le manifestazioni che ci vedono sempre ed ovunque in prima fila, la presenza alpina è diventata insostituibile e simpatica consuetudine; per questo la gente ci stima, ci ama ed ha fiducia in noi.
Voi tutti, Alpini d'Italia, arrivando a Vicenza attestate questo nostro inconfondibile modello di comportamento e di vita e Vicenza Vi ospiterà e Vi applaudirà con tanto entusiasmo perché tutti insieme vogliamo costruire una società più vivibile fondata sull'onestà, sulla fraternità, sulla libertà.
Il motto della manifestazione sarà: ADUNATA DELLA PACE.
Ringraziamo la Presidenza ed il Consiglio Nazionale per l'onore che ci è stato concesso ed a Voi tutti il più fraterno abbraccio.
Al ritorno, mi auguro, porterete con voi il ricordo di una grande Adunata.
Anche se la città che Vi ospita non ha grandi dimensioni, ricorderete il suo cuore grande ed il suo grande affetto."
Dal Sindaco di Vicenza
Achille Variati
" Stavolta tocca a Vicenza.
E' arrivato finalmente il momento di questo incontro, atteso, preparato, e adesso la nostra città è pronta a raccogliere la "pacifica invasione" di migliaia di penne nere provenienti da tutta Italia per la 64ª Adunata Nazionale degli Alpini.
Da due anni la Sezione Alpini di Vicenza, l'amministrazione Comunale, Enti ed Associazioni e la città tutta, consapevoli della fatica di un'organizzazione così imponente, hanno dedicato tempo e forze per preparare la grande manifestazione.
Certamente la gente vicentina saprà rispondere con entusiasmo e con amicizia alla festosa invasione delle penne nere.
La città e la provincia di Vicenza hanno una lunga tradizione alpina.
Le montagne vicentine sono state teatro, durante il primo conflitto mondiale, della tenace resistenza italiana alle truppe austro-ungariche, del sacrificio di migliaia di soldati caduti per la libertà e per la pace dei nostro Paese.
Ci piace anche notare come le Adunate Nazionali degli Alpini svoltesi nella nostra provincia siano coincise con la fine di eventi bellici: la prima nel 1920 sull'Ortigara, la seconda all'indomani della seconda guerra mondiale; e quest'anno la manifestazione giunge dopo il conflitto del Golfo.
Questa fortunata coincidenza ben si addice al "messaggio" che l'Associazione Alpini vuole dare, dedicando questa Adunata 1991 alla pace.
A questo appuntamento di festa e di pacifica convivenza tra popoli non mancherà la partecipazione della cittadinanza vicentina, che è pronta ad accogliere gli Alpini provenienti da tutta la penisola e dall'estero con la consueta ospitalità e con la voglia di far riuscire al meglio la manifestazione.
Sono convinto che gli alpini sapranno apprezzare la città del Palladio anche dal punto di vista artistico.
Vicenza città d'arte è infatti una città tutta da scoprire, con i suoi scorci, con i suoi palazzi e i suoi monumenti ben conservati, e sa offrire suggestioni inattese.
Un auspicio è naturalmente che, soddisfatti da questo incontro con Vicenza, gli Alpini tornino da "turisti", con le loro famiglie, a far visita a questa nostra terra così ricca d'arte e di storia.
Un saluto caloroso allora a tutti i soci e a tutti coloro che hanno militato nel glorioso corpo degli Alpini, offrendo alla nazione un contributo di eroismo e di valori civili. "