lunedì 23 febbraio 2009
Qui di seguito cercheremo di spiegare in modo molto semplice e pratico il funzionamento, l’utilizzo delle nostre apparecchiature e qualche nozione di comportamento. Cercheremo quindi di evitare, nel limite del possibile, dettagli complessi.

Fondamentalmente una radio, come dice la parola stessa, è un apparato predisposto per la ricezione di segnali trasmessi, se poi aggiungiamo la parola “trasmittente”, otteniamo un oggetto in grado di ricevere e trasmettere segnali radio. Praticamente la nostra voce, viene trasformata in onde radioelettriche, capaci di propagarsi, per essere ricevute e ritrasformate in voce da chiunque ha una radio sintonizzata sulla stessa frequenza.

Per utilizzare le radio dell’ Ass. Naz. Alpini non è necessario alcun titolo specifico, ma solamente un’autorizzazione d’uso, che rilascia il Ministero delle Comunicazioni.
Gli apparati radio vanno utilizzati in attività di addestramento o emergenza, indossando la “divisa” con il tesserino di riconoscimento e ovviamente con il dovuto buon senso.

Le radio che possiamo trovarci ad utilizzare sono di 2 tipi:

- Portatili: sono apparati radio autonomi in tutto. Hanno un’ antenna integrata ed una alimentazione autonoma attraverso delle batterie. La portata di queste radio è più limitata rispetto al tipo che vedremo successivamente. Dispongono di due potenze, bassa e alta (rappresentata solitamente con i simboli L e H) che si impiegano in base alla distanza da coprire. I limiti di base sono quindi la durata delle batterie e la modesta copertura, ma il vantaggio è quello di poter operare laddove un veicolo non potrebbe arrivare.

- Veicolari: radio che normalmente sono impiegate sui veicoli o nelle stazioni base. Devono usare antenne esterne, ovviamente la distanza che si può coprire tra una radio ed un’altra è superiore rispetto ad un portatile. Inoltre non dispongono di batterie, quindi serve una sorgente di alimentazione esterna, quale la batteria (tipo quella del veicolo) o di un trasformatore di corrente a 12 Volt (solitamente un alimentatore).
Dispone, anche questo apparato, di due potenze, bassa e alta (rappresentata solitamente con i simboli L e H).


COME USARE OPERATIVAMENTE UN APPARATO RADIO:

Accendere l’apparato. Normalmente si esegue con il pulsante ON / OFF o mediante una manopola di controllo (vedi foto in fondo alla pagina).
Sintonizzare la radio sul canale di lavoro stabilito, solitamente decisa da una persona preposta (coordinatore o caposquadra) e provare il reale funzionamento.

• Per parlare è necessario schiacciare il tasto PTT (Push To Talk) che nei portatili è posto nel lato SX ed è sempre il tasto più GRANDE. La voce viene trasmessa solo fin che è tenuto premuto il tasto. Ottima cosa da apprendere è che prima di iniziare a parlare e terminata la comunicazione attendere sempre 2 secondi (La radio impiega un minimo di tempo ad andare in trasmissione, e molte radio dal lato di chi riceve, hanno un minimo di ritardo nel passare dalla condizione di stand by alla condizione di ricezione). Finito di parlare si lascia il tasto PTT, lasciando sempre qualche secondo tra una comunicazione e l’altra, in modo tale che se ci fossero comunicazioni di emergenza un altro operatore si possa introdurre per parlare.

• Nelle comunicazioni radio occorre dire prima chi si è, e poi chi si cerca. Poi al secondo passaggio, ottenuto il consenso di chi si sta chiamando, dire quello che si necessita. Si perde più tempo, è vero, ma si effettua una comunicazione più chiara.

• Impostare il livello di volume adatto alla situazione in cui si opera, tenendo presente che il volume dell’apparato non va MAI messo al minimo (poi ci si scorda di reimpostarlo).

• Posizionare la radio in luoghi sicuri, che non ostacoli i movimenti, che non cada accidentalmente, o sia a rischio di impatti. L’ideale è l’aggancio in una parte alta del corpo (tipo il passante posto nella spalla della giacca).

• E’ Fondamentale parlare solo quando la frequenza non è occupata da un altro corrispondente, diversamente si ottiene un effetto chiamato tecnicamente sovramodulazione, che crea solo disturbo a chi sta già parlando prima di noi.

• All’interno delle squadre di lavoro ci sono solitamente, dei nominativi assegnati e dovranno essere sempre costanti.
Il nominativo assegnato serve per chiamare la base (COM, COC, ecc.), infatti ogni persona ha un solo referente in grado di rapportarsi poi con i vertici della sala operativa e di conseguenza, la sala operativa, sa sempre con chi sta comunicando in maniera tale da semplificare le operazioni di coordinamento.


• E’ molto importante focalizzare i messaggi da trasmettere in modo che siano sintetici ed efficaci. Parlare con calma, cercando di non farsi prendere dal panico, pronunciare il messaggio con un tono chiaro e comprensibile, non fare discussioni e obbiezioni ma soprattutto parlare con educazione, in italiano, avendo rispetto verso l’interlocutore. Nell’esigenza di far capire dei termini definiti “strani” o poco comprensibili da chi ci ascolta, entra in nostro aiuto l’alfabeto fonetico (immagine qui sotto) che viene usato per la pronuncia di una parola, lettera per lettera, ai fini della sua dettatura.


Ci sono poi naturalmente i “consigli e trucchi del mestiere” che si imparano nel tempo, attraverso dei corsi specifici, le normali attività di squadra, dai colleghi e perché no… da qualche nostro amico radioamatore…!!!

Beh… Che ne dici? Ti senti pronto? Ti aspettiamo!!!

MANUALE NAZIONALE COMUNICAZIONI RADIO PROTEZIONE CIVILE A.N.A
P.C. MANUALE RADIO.pdf

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Date: 23/07/2015 16:24:57

domenica 9 marzo 2014
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